Silvia
Stucchi, Come
il latino ci salva la vita, Edizioni Ares, Milano
2020
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La
scrittrice, dottore di ricerca
in Filologia e Letteratura latina e autrice di saggi su Plauto, Seneca
e
Apuleio, s’inserisce nel dibattito sull’importanza e l’attualitā del
latino con
un libro dal titolo accattivante, riprendendo anzitutto e commentando
la
pubblicistica sull’argomento, parte della quale abbiamo recensito in
questa sezione del sito. Dopo un capitolo sui diversi latini, con
particolare attenzione
al
latino degli epitaffi cristiani, il libro si sviluppa in una serie di
tematiche
su cui gli antichi ci hanno lasciato la loro testimonianza:
l’istruzione, le
vacanze, la natura, la famiglia, l’educazione, i canoni estetici,
l’amore, il
denaro, l’ansia, la vecchiaia, l’amicizia, la dieta, la politica, la
morte. La
vasta panoramica di autori mostra una particolare predilezione per
scrittori in
prosa, Cicerone, Sallustio, Plinio il Vecchio e il Giovane, Seneca,
Quintiliano, Apuleio, Agostino. Di poeti troviamo Catullo e Ovidio per
amore e
cosmesi, Terenzio, Lucilio e Orazio su temi etici. Sentiamo la mancanza
di
Virgilio e in generale di un a-fondo sul rapporto uomo-Dio,
uomo-destino nella
ricerca pagana: questione che per la vita riteniamo fondamentale.
Si
tratta comunque di un’opera
ricca di spunti, con molti passi utilizzabili, seria pur nell’approccio
apparentemente leggero.
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