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  Quod
 
Quod, come il greco ὅτι (la distinzione fra ὅτι / ὅ τι / ὅ, τι è chiaramente solo scolastica e grafica) è originariamente il neutro del pronome relativo (quindi “che, il che, il fatto che”), il cui uso è stato ampliato fino ad essere sentito come congiunzione. Del resto la radice da cui deriva è formativa in modo vario della maggior parte degli elementi di collegamento fra frasi (quom/cum, quin, quom + iam/quoniam, quo, quominus, ut, ubi, unde, qua…)

1)
Quod per introdurre una completiva
Come per tutte le completive, il valore nel periodo è quello di soggetto od oggetto nei confronti della reggente, eventualmente epesegetico nel caso che richiami un soggetto od oggetto pronominale. E’ concorrenziale soprattutto rispetto alle infinitive, ma l’uso varia nelle diverse epoche:

I) In epoca classica la completiva con
quod si trova in dipendenza (come completamento soggettivo o oggettivo) di queste categorie:
        A) Verbi che indicano un’aggiunta o un’omissione: addo, mitto-praetermitto (come oggetto), accedit (come soggetto):
Adde quod innumerae concurrunt undique gentes (Lucan.); Adde metus et quod murus pulsatur ab hoste (Ov.): oggetto nominale coordinato alla completiva; Mitto quod invidiam, quod pericula subire paratissimus fueris (Cic.): l’uso del congiuntivo è più raro, la sfumatura soggettiva difficilmente definibile; Accessit etiam quod illa pars equitatus se in fines Sugambrorum receperat (Caes.); Accessit huc quod Hortensius in theatrum introiit (Cic.): l’idea di movimento del verbo è accentuata dall’avverbio di moto a luogo; Eo accedebat quod iudices a lege Rupilia dati non erant (Cic.): ancora un avverbio di moto a luogo;
     B) Verbi accompagnati da un avverbio che implicano un giudizio su un’azione o un avvenimento: bene (male, arroganter, turpiter…) facis (come oggetto), bene evenit (come soggetto): Rectissime facis quod timeri a tuis servis non vis (Sen.); Bene mihi evenit quod mittor ad mortem (Cic.)
        C) Verba affectuum: gaudeo, laetor, doleo, maereo, crucior, moleste fero, miror…
Moleste fero quod te careo (Cic.); Quod male feci crucior (Pl.); Dolet, heu, semperque dolebit quod scelerum, Caesar, prodest tibi summa tuorum (Lucan.); Eo tandem legati Aetoli, mirante consule quod morarentur, venerunt (Liv.); Gaude quod spectant oculi mille loquentem (Hor.); Gaude non quod accipias beneficium, sed quod reddas (Sen.).
Qui la concorrenza è amplissima: con l’infinito, con l’infinitiva, col participio predicativo alla greca (Leo gaudet comantes excutiens toros (Verg.); gaudet potitus (Verg.), segno comunque che si tratta di completamenti del verbo reggente, non circostanze. Anche con questi verbi l’uso del congiuntivo ha una sfumatura soggettiva non sempre definibile.
    D) Verbi che indicano una valutazione, come accusare, condannare, perdonare, lodare, congratularsi, ringraziare (nel senso di “quanto al fatto che”); essere motivo d’onore, essere d’aiuto (come soggetto):
Hannibal gratias egit Campanis quod amicitiam suam Romanae societati praeposuisset (Liv.); Cnaeo Octavio honori fuisse accepimus quod praeclaram aedificasset in Palatio domum (Cic.); Mihi gratulabare quod audisses me meam pristinam dignitatem obtinere (Cic.); Multum eos adiuvabat quod Liger ex nivibus creverat (Caes.). Dove è più evidente il giudizio, l’uso del congiuntivo è più frequente.

II) In epoca arcaica, nel latino volgare e in epoca tarda l’uso è molto più ampio e tende a sostituire altri costrutti, come le infinitive (come l’ὅτι greco), altre completive o perfino circostanziali (con possibile sostituzione di
quia, antico plurale di quis)
Equidem scio iam filius quod amet meus istanc meretricem (Pl.); Scis…quod epulum dedi (Petr.); Deridebant eum scientes quod mortua esset (NT); Legati renuntiaverunt quod Pompeium in potestate haberent (Bell. Hisp.); Audieram enim de Antonio quod ex evangelica lectione cui forte supervenerat admonitus fuerit (Aug.); Nos autem sperabamus quia ipse esset redempturus Israel; et nunc super haec omnia tertia dies est quod haec facta sunt (NT); Diu est quod datis (Pl.) Notiamo come la dichiarativa con quod e quia è prevalentemente al congiuntivo; nelle ultime due frasi il quod ha senso temporale (“dacché”).
 
 
2) Quod nel senso di “quanto al fatto che” (relazione), in genere in inizio di periodo, o “il fatto che” (epesegetico)
 
Questa frase è difficilmente inseribile nelle completive, dato il rapporto molto generico con la reggente; può essere introdotta da nisi, o praeterquam (“se non che, a parte il fatto che”):
Ego quod mala sum, matris opera mala sum (Pl.); Hoc enim uno praestamus feris, quod colloquimur inter nos (Cic.); Equidem, nisi quod custodem habeo, liberum me esse arbitror (Pl.); Praeterquam quod te moveri arbitror oportere iniuria quae mihi a quoquam facta sit, …(Cic.); Νihil ei acciderat quod nollet nisi quod anulum quo delectabatur in mari abiecerat (Cic.).
Tendenzialmente all’indicativo, in quanto dati oggettivi.
Frequente l’uso di est quod (“c’è motivo per cui”) con o senza pronome soggetto di est: Nihil est quod te des in viam (Cic.); Est magis quod gratuler (Cic.): l’origine pronominale di quod è evidente ed è preferito il congiuntivo.
 
3) Quod causale (in alternativa a quia, quoniam o altre)
 
Introduce la causa per cui si verifica ~ si è verificata (o non si è verificata) l’azione della reggente. Propriamente possiamo considerare anche questo un originario accusativo di relazione: “riguardo al fatto che, per il fatto che”. Ma differisce dalle subordinate completive per il legame meno stretto con la reggente: la proposizione causale spiega il senso della reggente ma non ne è completamento essenziale; va quindi inserita nelle circostanziali o avverbiali.
Troviamo l’uso del congiuntivo quando si riferisce l’opinione di altri:
Divine Plato escam malorum voluptatem appellat quod ea videlicet homines capiantur ut hamo pisces (è il completamento dell’opinione di Platone, non dell’apprezzamento di Cicerone) (Cic.); Aristides nonne ob eam causam expulsus est patria, quod preter modum iustus esset? (nell’opinione di chi l’ha esiliato) (Cic.)
O quando la causa è negata, in confronto con una affermata, tipo non quod (+ congiuntivo) sed quod/quia + indicativo.
 
 

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