"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI) "La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI) |
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Quod
Quod, come il greco ὅτι (la distinzione fra ὅτι / ὅ τι / ὅ, τι è chiaramente
solo scolastica e grafica) è originariamente il neutro del pronome
relativo (quindi “che, il che, il fatto che”), il cui uso è stato
ampliato fino
ad essere sentito come congiunzione. Del resto la radice da cui deriva
è formativa in modo vario della maggior parte degli elementi di
collegamento fra frasi (quom/cum, quin,
quom + iam/quoniam, quo, quominus, ut, ubi, unde, qua…)
1) Quod per introdurre una completiva Come per tutte le
completive, il valore nel periodo è quello di soggetto od oggetto nei
confronti della reggente, eventualmente epesegetico nel caso che
richiami un soggetto
od oggetto pronominale. E’ concorrenziale soprattutto rispetto alle
infinitive, ma l’uso varia nelle diverse epoche:
I) In epoca classica la completiva con quod si trova in dipendenza (come completamento soggettivo o oggettivo) di queste categorie:
A) Verbi che indicano un’aggiunta o un’omissione: addo, mitto-praetermitto (come
oggetto), accedit (come soggetto):
Adde
quod innumerae concurrunt undique gentes
(Lucan.); Adde metus et quod murus
pulsatur ab hoste (Ov.): oggetto nominale
coordinato alla completiva; Mitto quod
invidiam, quod pericula subire paratissimus fueris (Cic.): l’uso del congiuntivo è più raro, la sfumatura
soggettiva difficilmente definibile; Accessit
etiam quod illa pars equitatus se in fines Sugambrorum receperat (Caes.); Accessit huc quod
Hortensius in theatrum introiit (Cic.):
l’idea di movimento del verbo è accentuata dall’avverbio di moto a
luogo; Eo accedebat quod iudices a lege
Rupilia dati non erant (Cic.): ancora un
avverbio di moto a luogo;
B) Verbi
accompagnati da un avverbio che implicano un giudizio su un’azione o un
avvenimento:
bene (male, arroganter, turpiter…)
facis (come oggetto), bene evenit (come
soggetto): Rectissime facis quod timeri
a tuis servis non vis (Sen.); Bene mihi evenit quod mittor ad mortem (Cic.)
C) Verba affectuum: gaudeo, laetor, doleo, maereo, crucior,
moleste fero, miror…
Moleste
fero quod te careo (Cic.); Quod male feci crucior
(Pl.); Dolet, heu, semperque dolebit
quod scelerum, Caesar, prodest tibi summa tuorum (Lucan.); Eo tandem legati
Aetoli, mirante consule quod morarentur, venerunt (Liv.); Gaude quod
spectant oculi mille loquentem (Hor.); Gaude non quod accipias beneficium, sed quod reddas (Sen.).
Qui la concorrenza è
amplissima: con l’infinito, con l’infinitiva, col participio
predicativo alla greca (Leo gaudet
comantes excutiens toros (Verg.); gaudet potitus (Verg.),
segno comunque che si tratta di completamenti del verbo reggente, non
circostanze. Anche con questi verbi l’uso del congiuntivo ha una
sfumatura soggettiva non sempre definibile.
D)
Verbi che indicano una valutazione, come accusare, condannare,
perdonare, lodare, congratularsi, ringraziare (nel senso di “quanto al
fatto che”); essere motivo d’onore,
essere d’aiuto (come soggetto):
Hannibal
gratias egit Campanis quod amicitiam suam Romanae societati
praeposuisset (Liv.); Cnaeo Octavio honori fuisse accepimus quod praeclaram
aedificasset in Palatio domum (Cic.); Mihi gratulabare quod audisses me meam pristinam
dignitatem obtinere (Cic.); Multum eos adiuvabat quod Liger ex nivibus creverat
(Caes.). Dove è più evidente il
giudizio, l’uso del congiuntivo è più frequente.
II) In epoca arcaica, nel latino volgare e in epoca tarda l’uso è molto più ampio e tende a sostituire altri costrutti, come le infinitive (come l’ὅτι greco), altre completive o perfino circostanziali (con possibile sostituzione di quia, antico plurale di quis) Equidem
scio iam filius quod amet meus istanc meretricem (Pl.); Scis…quod epulum
dedi (Petr.); Deridebant eum scientes quod mortua esset (NT); Legati
renuntiaverunt quod Pompeium in potestate haberent (Bell. Hisp.); Audieram enim de Antonio
quod ex evangelica lectione cui forte supervenerat admonitus fuerit
(Aug.); Nos
autem sperabamus quia ipse esset redempturus Israel; et nunc super haec
omnia tertia dies est quod haec facta sunt (NT); Diu est quod datis (Pl.) Notiamo come la dichiarativa con quod e quia è prevalentemente al
congiuntivo; nelle ultime due frasi il quod
ha senso temporale (“dacché”).
2) Quod nel senso di “quanto al fatto che” (relazione), in genere
in inizio di periodo, o “il
fatto che” (epesegetico)
Questa frase è
difficilmente inseribile nelle completive, dato il rapporto molto
generico con la reggente; può essere introdotta da nisi, o praeterquam (“se non che, a
parte il fatto che”):
Ego
quod mala sum, matris opera mala sum (Pl.); Hoc enim uno praestamus feris, quod colloquimur inter
nos (Cic.);
Equidem, nisi quod custodem habeo, liberum me esse arbitror (Pl.); Praeterquam quod te
moveri arbitror oportere iniuria quae mihi a quoquam facta sit, …(Cic.); Νihil ei acciderat quod nollet nisi quod anulum quo
delectabatur in mari abiecerat (Cic.).
Tendenzialmente
all’indicativo, in quanto dati oggettivi.
Frequente l’uso di est quod (“c’è motivo per
cui”) con o senza pronome soggetto di est: Nihil est quod te des in
viam (Cic.); Est magis quod gratuler
(Cic.): l’origine pronominale di quod è evidente ed è preferito il congiuntivo.
3) Quod causale (in alternativa a quia,
quoniam o altre)
Introduce la causa per cui
si verifica ~ si è verificata (o non si è verificata) l’azione della
reggente. Propriamente possiamo considerare anche questo
un originario accusativo di relazione: “riguardo al fatto che, per il
fatto che”. Ma differisce dalle subordinate completive per il legame
meno stretto con la reggente: la proposizione causale spiega il senso
della reggente ma non ne è completamento essenziale; va quindi inserita
nelle circostanziali o avverbiali.
Troviamo l’uso del
congiuntivo quando si riferisce l’opinione di altri:
Divine
Plato escam malorum voluptatem appellat quod ea videlicet homines
capiantur ut hamo pisces (è il
completamento dell’opinione di Platone, non dell’apprezzamento di
Cicerone) (Cic.); Aristides nonne ob eam
causam expulsus est patria, quod preter modum iustus esset? (nell’opinione di chi l’ha esiliato) (Cic.)
O quando la causa è
negata, in confronto con una affermata, tipo non quod (+ congiuntivo) sed quod/quia + indicativo.
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