Lesky. Heinze. Fränkel.
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

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Albin Lesky, La poesia tragica dei Greci, trad. di P. Rosa, ediz. italiana a cura di V. Citti, pp. 824, Il Mulino, Bologna, 1996

Richard Heinze, La tecnica epica di Virgilio, trad. di M. Martina, ediz. italiana a cura di V. Citti, pp. 562, Il Mulino, Bologna, 1996

Hermann Fränkel, Poesia e filosofia della Grecia arcaica, trad. ed ediz. italiana di C. Gentili, consulenza di V. Citti, pp. 764, Il Mulino, Bologna, 1997

L’editore "Il Mulino" di Bologna pubblica l’edizione italiana di tre opere che sono altrettanti capisaldi della filologia classica. Non intendiamo fornire qui una presentazione critica dei tre volumi: si tratta di lavori con i quali il docente di lettere classiche dovrebbe avere piena dimestichezza. L’avere messo a disposizione degli studiosi una traduzione italiana di questi tre lavori è operazione meritoria (per la quale va all’editore il nostro sincero ringraziamento), sia perché avere nelle mani opere di questa mole nella propria madre lingua ne rende comunque più agevole la lettura e la consultazione (anche se non sapremmo immaginare un laureato in lettere classiche che non abbia una conoscenza, sia pure minimale, della lingua tedesca) sia perché l’esistenza di un’edizione italiana permette una diffusione di questi strumenti che superi il ristretto ambito degli specialisti.

Ci limitiamo a una breve descrizione dell’edizione italiana delle tre opere.

La traduzione di Albin Lesky, La poesia tragica dei Greci (Die tragische Dichtung der Hellenen), è condotta sull’edizione pubblicata a Gottinga nel 1972. Il volume si apre con una breve Introduzione all’edizione italiana, redatta da Vittorio Citti: essa fornisce una breve biografia del Lesky (1896-1981), che fu professore di letteratura greca all’Università di Vienna dal 1949 al 1967, e per alcuni anni anche rettore della medesima università: oltre che profondo conoscitore della tragedia greca, il Lesky fu autore di una apprezzata Storia della letteratura greca che ha avuto vastissima diffusione (ne esiste anche una traduzione italiana). Nota il Citti come la produzione scientifica del Lesky sia "assolutamente lontana da qualsiasi sollecitazione estrosa o dalla ricerca del nuovo ad ogni costo": il suo metodo consiste in una sistematica e paziente raccolta di dati, che poi vengono sottoposti al vaglio di una verifica e di una considerazione critica sempre disponibile a rimettere in discussione e approfondire i risultati raggiunti: a dimostrazione di questo basti notare come l’opera che qui presentiamo sia stata continuamente e radicalmente rielaborata nelle sue successive edizioni, tanto che nella stesura definitiva il capitolo su Euripide usciva quadruplicato rispetto alla prima edizione apparsa poco più di un quindicennio prima (nel 1956). Segnaliamo, come piccolo neo di questa impegnativa e importante impresa editoriale, il fatto che sia stata semplicemente ripresa la Bibliografia dell’edizione originale (pp. 807-815) senza adattamenti per il lettore italiano e senza aggiramenti, benché sulle tematiche trattate dal volume si sia accumulata un’ampia letteratura nel quarto di secolo che intercorre fra l’ultima edizione tedesca e l’edizione italiana.

L’ultima stampa del volume di Richard Heinze, La tecnica epica di Virgilio (Vergils epische Technik), quella su cui è condotta la presente edizione italiana, è del 1989 (presso Teubner, Stuttgart), ma la stesura di quest’ampia opera su Virgilio è di molto anteriore: la Premessa alla prima edizione porta la data del novembre 1902, le due successive, aggiornate e riviste dall’autore, sono del febbraio 1908 e del luglio 1914. Alla traduzione italiana è premesso un saggio di G.B. Conte ("Defesor Vergilii": considerazioni su Richard Heinze, pp. 9-23), che si propone fra l’altro di situare Heinze all’interno di una temperie culturale e critica tendenzialmente sfavorevole a Virgilio, di cui è spesso messa in luce in modo persino eccessivo la dipendenza da Omero e un’asserita mancanza di originalità. Secondo Conte, lo Heinze, osservando in modo puntuale il comportamento di Virgilio rispetto ai modelli epici greci, ripresi e rivissuti attraverso "procedure di un laboratorio letterario che guardava ad Omero ma aveva ambizioni poetiche diverse", giunge a rivalutare in misura considerevole Virgilio, pur senza nulla togliere a Omero. Anche per questo volume non c’è aggiornamento bibliografico: la Bibliografia che appare alle pp. 535 e ss. intende semplicemente fornire l’indicazione completa delle opere che nel corso della trattazione sono richiamate attraverso abbreviazioni.

L’edizione originale di Hermann Fränkel, Poesia e filosofia della Grecia arcaica, pubblicata dall’editore Beck di Müchen col titolo Dichtung und Philosophie des frühen Griechentums, è del 1962. L’Introduzione all’edizione italiana, di E. Degani, propone un breve profilo dell’autore (Berlino 1888- Sancta Cruz, California, 1977): di origini ebraiche, il Fränkel ebbe una carriera accademica travagliata e difficile, e la sua abbondante e significativa produzione scientifica non ebbe inizialmente la risonanza che meritava e non gli valse una chiamata presso un’università tedesca. Costretto dal precipitare degli eventi a riparare all’estero, in quanto l’atteggiamento sempre più oppressivo del regime nazista nei confronti degli ebrei avrebbe ben presto comportato una sua estromissione dagli ambiti accademici, il Fränkel si trasferì nel 1935 in America, dove divenne professore presso la Stanford University. Uscita in prima edizione nel 1951, la Poesia e filosofia della Grecia arcaica si presenta come un’opera "di alta divulgazione, accessibile ad ogni persona colta, ma in grado, al tempo stesso, di aprire nuove prospettive alla ricerca scientifica". Alla prima edizione seguirono altre due edizioni riviste a aggiornate (nel 1962 e nel 1969) e poi una traduzione inglese (Oxford 1975). Nell’edizione italiana i brani di opere greche sono riportati di norma sulla base di traduzioni italiane esistenti (vengono scelte in genere traduzioni recenti e di larga circolazione), salvo nei casi in cui la traduzione tedesca del Fränkel presupponeva testi diversi o divergeva rispetto alle traduzioni usate: sarebbe stato comunque preferibile riprendere i brani greci direttamente dall’edizione tedesca, seguendo l’interpretazione del Fränkel, sia pure tenendo sempre presente il testo greco: in qualche caso infatti le traduzioni utilizzate hanno pretese letterarie (ad esempio l’Iliade della Calzecchi Onesti), il che significa che possono essere pericolosamente lontane dal testo originale. Nelle citazioni di opere scientifiche si indica in modo molto opportuno l’eventuale esistenza di una traduzione italiana.

Come già detto all’inizio di questa nota, i tre libri presentati sono strumenti di lavoro importanti, che il docente di lettere classiche dovrebbe tenere sempre presenti e possibilmente avere in casa, anche se obiettivamente si tratta di volumi di notevole mole, e per diretta conseguenza piuttosto onerosi in termini di costi: certo nessuno dei tre dovrebbe mancare nelle biblioteche delle scuole. Benché destinate ad un pubblico colto, questi libri sono scritti in un linguaggio accessibile, che ne permette la lettura anche a chi non è strettamente specialista di studi classici: se ne potrà consigliare l’uso o almeno la consultazione anche agli studenti (anche se è raccomandabile una grande discrezione da parte dell’insegnante!).

 

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