Nicola Gardini. Viva il
greco. Alla scoperta della ligua madre. Milano, Garzanti, 2021
Ci
pare che con questo libro
l’autore si senta più libero rispetto al precedente Viva
il latino, dalla fortunata vicenda editoriale. In quello lo
scopo evidente era la difesa di una disciplina scolastica sempre
osteggiata per
i motivi più diversi: chi scrive, con un’esperienza molto più lunga di
Gardini,
ricorda le accuse di fascismo, di imperialismo, di studio elitario non
aperto
alle masse popolari, poi le contrapposizioni latino / tecnologia,
latino /
informatica, latino / inglese, latino / diritto ed economia, i progetti
di
riforma faraonici o minimalisti ma sempre a scapito del latino, i
tentativi di
attualizzazione che diviene banalizzazione, la riduzione delle letture
in
originale a fronte di una storia letteraria pretensiosa. E’
straordinario che
il latino sia sopravvissuto, e certo è sempre stato necessario
difenderlo.
Per
il greco questo assalto non
c’è stato, è rimasto al liceo classico con orario inalterato, con
programmi
ridotti di fatto, ma non per principio o per qualche attacco fazioso.
Per
questo scrivere un libro sul greco è più facile, appunto, come si
diceva, più
libero; può darsi che la furia iconoclasta della cancel
culture lo tocchi, ma siamo ancora distanti.
La
fondamentale chiave di lettura
che l’autore sceglie è il contrasto, l’opposizione. Partendo dalle
particelle mèn e
dé, dall’eris di Eraclito e
dall’uso del duale, Gardini percorre il mondo greco all’insegna della
diversità, delle scelte differenti, delle guerre e delle gare, dei
processi,
della giustizia e dell’ingiustizia, dell’obbedienza e della
disobbedienza,
delle similitudini e dei confronti. In questo percorso inserisce molti
testi
noti e cari, fino a comporre un mondo che vale la pena di conoscere e
riconoscere
come nostro.
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