1984-2. Editoriale.
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

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1984-2

 

 

Il dibattito sulla presenza della cultura antica nella nostra società sembra attraversare un periodo morto. Anche l'inizio della discussione sulla riforma della superiore in Senato non suscita nell’opinione pubblica, e forse neanche negli addetti ai lavori, molto interesse, quasi si tratti di un fatto scontato, a cui si è rassegnati e, dopo averne molto parlato, si preferisce non pensare più. Paradossalmente potremmo dire che la situazione di dieci anni fa, quando parlare di latino e greco significava essere reazionari o peggio, offriva maggiori possibilità di intervento: ora pare che sull'importanza delle culture antiche si sia tutti d’accordo, ma la loro emarginazione dalla scuola si avvia a divenire legge nella generale indifferenza. Contemporaneamente si moltiplicano esempi di un atteggiamento ludico nei confronti del latino: si veda il fiorire di fumetti latini (Asterix, Donaldus, Snupius) o addirittura di giornaletti periodici per ragazzi: vedi Adulescens e Iuvenis, giunti già al quarto anno di vita. Ora, può essere commovente leggere nella piccola posta ragazzini che si scambiano indirizzi affermando "autobirota, birota, musica et cinematographeum nos delectant", ma in realtà la nostra impressione è soprattutto di pena per una banalizzazione così evidente e per uno sforzo di attualizzazione così inutile, se non controproducente. È ciò che resta è un impegno ineludibile da parte nostra, perché il lavoro che svolgiamo nella scuola o in università non sia nñ rinunciatario, né banale, né accademico, ma tenda sempre più alla ricerca e alla comunicazione della verità: un impegno nella scelta dei testi e dei contenuti, nella verifica costante di ciò che andiamo ripetendo, magari sempre uguale da anni, nello sforzo di accostare l'umanità degli autori e non solo le stratificazioni critiche, nell'approccio scientifico, storico e culturale delle lingue. Si tratta di una fatica che vorremmo aiutare e condividere: in questi ultimi mesi abbiamo avuto occasione di incontrare, soprattutto per lettera, persone che conoscevamo solo come nomi di abbonati o che non conoscevamo affatto: siamo stati lieti di vedere che lo sforzo di questi anni ha avuto come frutto l'emergere di tentativi di giudizio, di gruppi di lavoro e d'amicizia, soprattutto di speranze.

Chiediamo di farci sempre partecipi di ogni vostra esperienza, perché tutti i nostri lettori possano fruirne.

 

      

 

 

 

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