Giovanni Alberto Cecconi
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

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Giovanni Alberto Cecconi, La città e l'impero. Una storia del mondo romano dalle origini a Teodosio il Grande, pag. 478, ed. Carocci, Roma, I ediz. ottobre 2009

 

In una fase caratterizzata da un'estrema frammentazione del sapere e da una specializzazione sempre più marcata, è ben gradito un testo che traccia una sintesi complessiva della storia di Roma. Una sintesi oltre tutto scritta e curata da uno specialista dell'argomento qual è G.A. Cecconi, docente di Storia romana all'Università degli studi di Firenze.

Articolato in diciotto ampi capitoli e un epilogo, il testo traccia una storia dello sviluppo di Roma dalle origini fino all'epoca imperiale. Non si tratta di una storia puramente politica o militare, perché l'autore affronta anche problemi di natura culturale, e il lettore può seguire attraverso le pagine del libro i mutamenti di costume, di idee, di tradizioni che si verificano in un arco di tempo considerevole, in parte dovuti alla elaborazione di idee avvenuta internamente al mondo romano e in parte dovuti a influssi di culture prossime (Etruschi e Italici per esempio) o conosciute nel corso delle vicende successive (la cultura greca). Il lettore può seguire i dibattiti di pensiero che hanno accompagnato questi cambiamenti. Abbiamo dunque non una storia politico-militare che segue le vicende delle conquiste romane, come spesso si faceva, ma una vera e propria storia della civiltà vista diacronicamente nel suo evolversi. Poiché la trattazione si spinge fino al IV secolo (il punto finale è costituito, come leggiamo fin dal titolo, è idealmente costituito da Teodosio), l'autore ha modo anche di trattare la problematica dell'impatto tra cultura romana e Cristianesimo, un incontro travagliato e complesso che finisce comunque per segnare una svolta nella storia e per segnare profondamente la cultura europea dandole una fisionomia ben precisa.

L'autore presenta sempre in maniera nitida i principali problemi storici e, pur non rinunciando a presentare le proprie idee e le proprie conclusioni, fa in modo che il lettore abbia le necessarie informazioni sul carattere problematico di varie questioni. Le note che accompagnano i singoli capitoli rendono infatti ragione, sia pure in modo sobrio, delle questioni e dei nodi ancora aperti. Ogni capitolo ha un corredo essenziale di note. Il volume si chiude poi con una ricca bibliografia (aggiornata fino al 2009) e con l'indicazione dei testi di riferimento fondamentale per i vari aspetti della civiltà romana. E' presente una sia pure iniziale, ma pur sempre utile documentazione iconografica.

Il testo è indirizzato al lettore non specialista e all'appassionato di storia. In realtà sia la quantità di materiale presentato sia la modalità della trattazione ne fanno un testo di grande utilità a un pubblico molto vasto. Dovrebbe essere un testo di ampia utilizzazione per l'insegnante di storia del biennio e si presta, a parere nostro, anche per un uso didattico (sia pure nel senso di approfondimenti su problemi o epoche particolari) sia nelle classi iniziali dove si insegna la storia romana sia nelle classi triennali, perché potrebbe convenientemente accompagnare lo studio della letteratura. In sostanza, riteniamo che il testo debba essere nelle mani del docente liceale di storia romana e sarebbe da favorire la sua circolazione nel lavoro didattico.

Ci sia permessa una piccola considerazione. Nel quadro della prospettiva con cui questo libro è concepito, sarebbe auspicabile un uso più ampio e più continuativo della storia della letteratura e soprattutto della storia della lingua. Soprattutto quest'ultima è in grado di fornire informazioni preziose soprattutto (ma non solo) per l'epoca arcaica, dove le fonti storico-letterarie sono più carenti: molti fatti di natura linguistica ci permettono di valutare per esempio l'intensità dell'influsso etrusco o italico sulla lingua di Roma. Inoltre lo studio delle attestazioni volgari dell'epoca imperiale permette di cogliere momenti della vita dei ceti più bassi e incolti della Latinità, di cui le fonti ufficiali in genere tacciono. Di fatto è singolare che nella pur ampia ed esauriente bibliografia finale nessuna delle ormai classiche storie della lingua latina sia neppure citata. Ma purtroppo il lavoro dello storico e quello del linguista si vanno divaricando sempre di più, e sarà difficile fare in modo che queste due discipline tornino a integrarsi e a collaborare come sarebbe utile per entrambe e per la scienza in generale.

 

 

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