Benedetto XVI (L’infanzia di Gesù, 2012, pagg.72-4) commenta così questo testo, in particolare il termine Salvatore (σωτήρ):
Questo titolo, che nella letteratura
veniva attribuito a Zeus, ma anche ad Epicuro ed Esculapio, nella traduzione
greca dell’Antico testamento è riservato esclusivamente a Dio. Anche per
Augusto, esso possiede una nota divina: l’imperatore ha suscitato una svolta nel
mondo, ha introdotto un nuovo tempo. Nella quarta egloga di Virgilio abbiamo già
incontrato questa speranza di un mondo nuovo, l’attesa del ritorno del paradiso.
Anche se in Virgilio – come abbiamo visto – c’è un sottofondo più vasto,
influisce tuttavia il modo in cui si percepiva la vita nell’era augustea: “Ora
tutto deve cambiare…”.
E prosegue, analizzando il contesto storico della nascita di Cristo: Due aspetti rilevanti della percezione di sé, propria di Augusto e dei suoi contemporanei, vorrei ancora sottolineare in modo particolare. Il “salvatore” ha portato al mondo soprattutto la pace. Egli stesso ha fatto rappresentare questa sua missione di portatore di pace in forma monumentale e per tutti i tempi nell’Ara Pacis Augusti, i cui resti conservati rendono evidente ancora oggi in modo impressionante come la pace universale, da lui assicurata per un certo tempo, permettesse alla gente di trarre un profondo respiro di sollievo e sperare… Qui traspare il secondo aspetto dell’autocoscienza augustea: l’universalità che Augusto stesso, in una sorta di resoconto della sua vita e della sua opera, il cosiddetto Monumentum Ancyranum, ha documentato con dati concreti e messo fortemente in rilievo.
Aggiungiamo, a completamento della documentazione, il testo greco dell'iscrizione:
Εδοξεν τοις επι της Ασιας Ελλησιν, γνωμη του αρχιερεως Απολλωνιου του Μηνοφιλου Αζανιτου· Επειδη η παντα διαταξασα του βιου ημων προνοια σπουδην εισενενκαμενη και φιλοτιμιαν το τεληοτατον τω βιω διεκοσμησεν ενενκαμενη τον Σεβαστον, ον εις ευεργεσιαν ανθρωπων επληρωσεν αρετης, ωσπερ ημειν και τοις μεθ ημας σωτηρα πεμψασα τον παυσοντα μεν πολεμον, κοσμησοντα δε παντα, επιφανεις δε ο Καισαρ τας ελπιδας των προλαβοντων ευανγελια παντων υπερεθηκεν, ου μονον τους προ αυτου γεγονοτας ευεργετας υπερβαλομενος, αλλ ουδ εν τοις εσομενοις ελπιδα υπολιπων υπερβολης, ηρξεν δε τω κοσμω των δι αυτον ευανγελιων η γενεθλιος ημερα του θεου· της δε Ασιας εψηφισμενης εν Σμυρνη.