Massimo Rossi
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

  HomeChi siamoLa rivistaTestiDidatticaAttivitàGuestbookVariaCerca

 

Massimo Rossi, Scientia litterarum. Storia, autori, generi. Loffredo Editore, Napoli 2009

 

Raramente accade negli ultimi tempi che un libro scolastico di storia letteraria greca o latina sia in grado di proporsi all’attenzione di un pubblico più vasto di quello studentesco. Non è difficile constatare infatti che in questo genere di manualistica si è prodotto ultimamente un certo appiattimento sugli standard della ‘didattica’ ministeriale alla moda che non ne ha granché favorito né lo spessore scientifico né tantomeno l’autentica originalità di impostazione.

Sfugge decisamente a questa regola, per varie ragioni che esporrò più avanti, la recente storia ed antologia della letteratura latina scritta da Massimo Rossi, Scientia litterarum, appena pubblicata da Loffredo.

L’opera, in tre volumi e cinque tomi, ripercorre tutta la storia letteraria di Roma dalle origini al tardo impero con un taglio fondamentalmente storico ma variato ed intervallato (come il sottotitolo stesso suggerisce) da una impostazione per generi in quelle sezioni che meglio si prestano, senza forzature innaturali, a questo diverso criterio espositivo.

In questo modo, ad esempio, è possibile seguire in unità compatte l’evoluzione del teatro arcaico da Andronico a Terenzio o quella della satira da Ennio a Varrone.

Queste unità riservate ai generi sono per altro utilmente tripartite in una sezione introduttiva sull’origine e i caratteri del genere, una sezione centrale sugli autori, ed una conclusiva sulla fortuna e l’evoluzione del genere stesso nella cultura letteraria successiva.

Quando invece si abbia a che fare con grandi figure come Cicerone o Virgilio, allora l’unità complessiva dell’autore e della sua opera viene salvaguardata  nella sua irrinunciabile organicità.

Un notevole spazio è inoltre dedicato ai testi in antologia in coda a ciascuna sezione: scelti sulla base non solo della loro notorietà ma anche e soprattutto della loro significativa funzionalità al discorso storico-letterario, questi testi sono tutti corredati in calce dalla traduzione italiana e spesso di un ricco apparato di note.

Già questa elasticità della struttura di fondo mostra come Rossi persegua non un precostituito ed astratto schema espositivo, bensì la concreta fruibilità didattica dell’opera.

Ma tale concretezza è ancora più apprezzabile nella disposizione degli argomenti e nello stile con cui essi vengono proposti: estremamente razionale, direi quasi articolata more geometrico, la prima; limpido e concentrato il secondo, rigoroso ma sempre ed opportunamente alieno da tecnicismi superflui.

Ma il pregio maggiore consiste tanto nella completezza delle informazioni quanto nella calibrata (e mai spericolata) originalità della loro interpretazione.

Chi legge infatti avverte costantemente che nel discorso storico-letterario di Rossi vi è non certo una riproposizione scontata dei tòpoi critici della vulgata scolastica attuale bensì una conoscenza diretta, approfondita e personalmente meditata dei testi.

Proprio questo aspetto rende stimolante e proficua la consultazione dell’opera anche per un lettore cólto o per uno studioso oltre che per uno studente o un insegnante di scuola superiore.

Ma sul piano strettamente scolastico Scientia litterarum  si lascia apprezzare anche, a giudizio di chi scrive, per diverse scelte in controtendenza del suo autore e per la sua garbata ed implicita (ma evidente) recusatio di alcune mode didatticistiche degli ultimi decenni.

Mi riferisco in particolare alla gradita assenza, nell’opera di Rossi, dei dispersivi ‘percorsi tematici interdisciplinari’ che hanno invece invaso molti (compresi i migliori) manuali di letteratura classica del recente passato. Saggiamente Rossi evita di inserirli lasciando così maggiore spazio ai brani antologizzati ed optando piuttosto per brevi rubriche (‘Ieri ed oggi’) nelle quali sono ospitati gli unici paralleli scientificamente legittimi (e quindi anche didatticamente istruttivi) che si possano stabilire fra l’antico e il moderno: quelli cioè che riguardano la ricezione e la fortuna di un autore o di un genere presso la posterità.

Altra apprezzabile rinuncia è quella alle cosiddette ‘schede di comprensione’, che spesso, in altri manuali, infliggono agli alunni analisi testuali così cervellotiche ed aride da compromettere il gusto stesso della lettura.

Rossi non rinuncia invece ad inserire spesso pagine critiche di autorevoli studiosi e sempre (alla fine di ciascuna unità) una ricca e aggiornata bibliografia: vale a dire due strumenti scientifici che erano ormai, entrambi, incredibilmente scomparsi o quasi in molti manuali di letteratura latina.

Scientia litterarum è dunque un opera che si lascia apprezzare per ciò che di equilibrato e di originale contiene ed include; ma anche per ciò che  coraggiosamente e consapevolmente omette ed esclude. Una scelta di campo che segna una inversione di tendenza ed un recupero della qualità scientifica e culturale del testo scolastico.

 

                                                                                                              Paolo Mazzocchini

 

 

(Ritorna alla sezione Testi)

(Ritorna alla homepage di Zetesis)

Per tornare alla home
Per contattare la Redazione


Questo sito fa uso di cookies. Privacy policy del sito e autorizzazione all'uso dei cookie: clicca qui