"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI) "La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)
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Editoriale |
Dall'Editoriale
Alla fine di una anno di lavoro travagliato come il precedente, raccogliamo notizie e impressioni.I maturandi di quest’anno hanno un percorso nuovamente modificato rispetto all’anno scorso, a due anni fa, a tre anni fa… e così pure i loro Consigli di classe. Per restare solo nell’ambito delle nostre materie, si è passati dall’eliminazione della tesina (chi ha partecipato a riunioni presidi ricorda il dileggio verso una prassi consolidata) alla trasformazione della seconda prova in un testo misto fra latino e greco con domande (c’è stata una sola occasione, e c’è da chiedersi come si sarebbe riusciti anno dopo anno a trovare testi paralleli), alla sostituzione dello scritto con elaborati messi insieme in tempi brevissimi: assegnati o proposti dal Consiglio di classe o dal docente, con testi in originale da commentare o argomenti di letteratura/storia/costume. In qualche modo l’anno scorso si è sopperito alla mancanza o imprecisione di indicazioni, accettando la necessità di salvare l’esame e l’anno. Quest’anno il Ministero si è mosso per tempo, in un tentativo di razionalizzare quanto di precario e improvvisato c’era stato nel 2020. L’elaborato (per carità non chiamiamola tesina! la neolingua che ha cambiato esami a settembre in debiti può cambiare tesina in elaborato e far tutti contenti) viene assegnato con un mese di anticipo, deve avere quindi una consistenza e una dignità, e può (deve?) avere agganci interdisciplinari; ogni ragazzo ha un tutor fra i docenti del cdc (...).
Dallo Studio di M. Roncorni L'amicizia nel Laelius de amicitia di Marco Tullio Cicerone
Si tratta di un dialogo composto nella primavera del 44 a. C., poco più di un anno dall’assassinio di Cicerone: periodo di attività intellettuale intensissima, anche notturna, causa l’insonnia che travaglia Cicerone.
Si è fatta l’ipotesi di una redazione in due tempi, ma la lettura complessiva del testo dà piuttosto l’impressione di un lavoro scritto di getto .
In piena senectus e ormai escluso dalla vita pubblica, Cicerone compone tale scritto come memoria di un dialogo effettivamente accaduto e il suo sguardo è volto, nel rapido dettare, a due principali reminiscenze: le fonti filosofiche greche e la propria personale esperienza di amicizia con Attico al quale lo scritto è dedicato.
Una terza reminiscenza risale al buon tempo antico repubblicano; tempo che Cicerone ragazzo ha conosciuto, quello perduto e rimpianto degli Scipioni e dei Lelii, dei Fannii e degli Scevola, suoi maestri; non a caso a quel tempo pensiero e contenuto del dialogo sono volti.(...)
Dal Contributo di Atonio Aste, L religione a Roma
Per ricostruire il quadro religioso del mondo romano, dobbiamo fare i conti con due premesse imprescindibili; in primo luogo ci troviamo dinanzi a un culto politeista che sconvolge la nostra ottica basata su categorie interpretative inapplicabili per l’epoca romana. La seconda considerazione è la sostanziale assenza di testimonianze specificamente relative alla sfera sacrale. Le fonti che abbiamo infatti a disposizione ci forniscono dei dati in maniera indiretta (ad esempio all’interno di un’orazione o di un brano storiografico). Un dato incontrovertibile è la grande valenza antropologica della religione romana nell’ambito delle relazioni interpersonali. La tradizione del cultus sembra essersi conservata in modo più o meno stabile sino all’inizio del III secolo a.C. per lasciare gradualmente il passo alla penetrazione di elementi d’importazione che avrebbero inevitabilmente finito col minare le fondamenta dei mores maiorum sebbene non siano mancati tentativi di restaurazione religiosa emblematicamente espressi dalla politica di Ottaviano (...)
Dai Materiali di Lucia Mattera, Il futuo ha un ... mito antico
«Frammenti del mondo greco e latino continuano a venire sospinti sulle nostre spiagge culturali, tra rivisitazioni che ampliano, nel corso dei tempi, gli spazi di fruizione, attraverso riprese e intersezioni che ne arricchiscono gli orizzonti di interpretazione». E’ quanto apparirà nella presente trattazione, in un percorso tra generi e culture in apparenza distanti, dove figure, miti ed eventi di una memoria storica comune e sedimentata sopravvivono e si evolvono in contesti originali.
A prescindere dalla vasta e variegata produzione di prodotti narrativi ispirati al mondo antico – dall’Egitto alla Grecia, dalla Roma imperiale e cristiana ai primi secoli dell’età bizantina – riflessi di una classicità come comune denominatore si riscontrano in fumetti d’autore e in altre opere di animazione. D’obbligo il riferimento al film a episodi “Fantasia” della Walt Disney del 1940 (tra i registi James Algar, Hamilton Luske, Jim Handley e Ford Beebe). Chiara ripresa di un racconto nel “Philopseudes” (33-36) di Luciano di Samosata (II sec.d.C.) l’episodio de “L’apprendista stregone”: un vivace Topolino prende il posto, nella nuova versione, del giovane Eucrate, incapace, nell’assenza di un mago istruttore, di gestire i pestelli che gli allagano la casa, mutati in servitori. Sulla “Sinfonia n° 6 in fa, op. 68 di Beethoven, la cosiddetta ‘Pastorale’” , si innesta invece l’idillica favola del temporale voluto da Giove a turbare la gioia chiassosa di fauni, unicorni e divinità-pastori. Lunga e problematica, come si legge in un articolo di Ivano Presotto (“Fantasia di Walt Disney: quando la musica si fa immagine”), la genesi dell’opera: si era infatti scelto sulle prime il balletto “Cidalyse et le Chèvre-pied” di Gabriel Piernè , poi sostituito dalla “Pastorale”, ridotta e variata. (...)
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