Se
ne è andata con una dignità unica, impartendo la sua ultima lezione a tutti
coloro che l'hanno conosciuta, non solo ai suoi studenti, in modo esemplare così
da lasciare un messaggio che sarà difficile dimenticare. Raffaella Callegari,
docente di materie classiche (latino e greco) al liceo classico "Tito Livio", ci
ha lasciati nel pieno della sua carriera, stroncata da un male incurabile durato
anni, che lei ha affrontato con coraggio e forza, ma soprattutto con una grande
fede, che le ha permesso, nel vero senso dell'espressione, di vincere la morte,
di trasformarla in un'esperienza positiva, piena di serenità, direi meglio della
"letizia" francescana, che è riuscita a trasmettere a quanti, a cominciare dai
suoi famigliari, l'hanno accompagnata in questo suo ultimo viaggio.
Scrivere su di lei in questo momento è difficile, perché troppi sono i ricordi
che si affollano davanti a me nei suoi confronti: è stata una collega di scuola
e anche di corso, una amica vera e genuina, disposta sempre a capirmi e ad
accettarmi anche nei momenti difficilissimi che ho affrontato, capace con il suo
sorriso e il suo sguardo dolcissimi a incoraggiarmi, anche quando il male si era
ormai insinuato irrimediabilmente nel suo corpo.
Io credo che tutti dobbiamo dirle grazie non solo per quello che ci ha dato, ma
anche per quello che ci darà nell'ottica di quella circolazione di amore e di
grazia in cui Raffaella crede fermamente anche nella dimensione in cui ora lei
si trova, nella prospettiva di una gioia eterna caratterizzata da un continuo,
fecondo dialogo con Dio, in un'atmosfera che "solo amore e luce ha per confine".
Grazie, Raffaella, continua a sorriderci e a illuminarci, continua a parlarci e
a comunicarci la tua impagabile carica: voglio ricordarti così, con tutto
l'affetto di cui sono capace.
Giuseppe Jori
(da Gazzettino, 6 aprile 2006)