"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI) "La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)
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Léopold Sédar-Senghor
L. Sédar-Senghor (1906-2001), poeta e pensatore, presidente della repubblica del Senegal e fondatore del movimento della Négritude, rispondeva così alla domanda in un discorso pronunziato negli anni Settanta (Le Latin, le Sénégal et les humanités classiques):
Oggi dunque, a causa dei contatti sempre più stretti, anche se non sempre felici, che noi fini dall'antichità abbiamo avuto con l'Europa, noi ci sentiamo, noi africani, come appartenenti a una civiltà comune, eurafricana, nella quale i caratteri originali dei nostri popoli si fondono in una meravigliosa complementarietà, pur senza perdere la loro identità, che si ritrova viceversa esaltata. (...) Ma perché scegliere il latino, che è oggi una "lingua morta" – come il greco, del resto? Innanzitutto perché sul piano stesso dell'arte – a causa delle immagini analogiche, della musicalità delle parole, del ritmo dei versi – nessuna lingua moderna è superiore al latino o al greco, nessun poeta a Virgilio o a Pindaro. Ed ecco che queste lingue ci offrono, per di più, una dose di razionalità che non si trova da nessuna altra parte. Il valore formativo del latino ha avuto per conseguenza la razionalità, e pertanto l'efficacia, del genio romano. Ai nostri giorni le esigenze della civiltà moderna e industriale si rifanno a questi due criteri. C'è di più. Considerate la storia di Roma. Le scienze le sono giunte dalla Grecia, che era stata alla scuola dell’Egitto. Il suo merito è quello di aver conquistato il mondo intorno al Mediterraneo, fino alla Gran Bretagna, all’Iran, al Sahara, e di averlo organizzato su basi di razionalità ed efficacia. Sono queste le virtù che i nostri allievi scoprono nelle loro versioni latine. E imparano a metterle in pratica. A poco a poco queste virtù si animano nel loro spirito, trasformando lentamente le loro abitudini di pensare e di agire. Se lo scopo dell’educazione è la formazione dell'individuo, cioè il suo sviluppo a persona integrale, a realizzatore efficace, nulla può essere più attivo per questo scopo dello studio delle lingue classiche e delle civiltà di cui sono l’espressione. Tanto più che, al contrario degli Albo-europei, i Negro-africani sono uomini d’ emozione e d’ intuizione. Questo si traduce nelle nostre lingue in una sintassi di giustapposizione, adatta a creare immagini analogiche, mentre si ha a che fare nelle lingue classiche, e precisamente nel latino e nel greco, con una sintassi di subordinazione, che segna fortemente i legami logici. Non dico che le une siano superiori alle altre, parlo della loro necessaria complementarietà.
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