"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI) "La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)
|
|
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Felix Mendelssohn Musiche per l'Antigone di Sofocle
In due occasioni la musica di Mendelssohn ebbe
l'occasione di
incontrarsi coi testi di Sofocle: il più classico dei compositori
romantici col più classico dei tragici greci. Le due occasioni furono
costituite dalle rappresentazioni svoltesi alla corte del re Federico
Guglielmo IV di Prussia dell'Antigone e dell'Edipo Coloneo,
per le
quali a Mendelssohn fu dato l'incarico di realizzare le musiche di
scena. Un terzo progetto, che prevedeva la rappresentazione
delle Eumenidi di Eschilo, non fu portato a termine.
La rappresentazione dell'Antigone si svolse nel palazzo reale di Potsdam il 28 ottobre 1841. Regista fu il letterato e scrittore Ludwig Tieck, al quale era stato chiesto di trasferirsi a Berlino e di collaborare come consigliere ai programmi culturali della corte reale. L'iniziativa di rappresentare drammi classici del passato (greco-romano, ma anche Shakespeare e altri autori) corrispondeva a una volontà politica del sovrano, che intendeva così elevare il tono culturale della vita di corte offrendo un esempio di mecenatismo liberale che aveva, naturalmente, nel contempo anche un notevole valore propagandistico. Per questo il sovrano aveva richiamato a Berlino alcuni fra i più noti e prestigiosi artisti e letterati dell'epoca. L'Antigone doveva costuire il primo passo del grande progetto del sovrano, e la scelta dell'Antigone era giustificata dall'interesse che l'ambiente culturale germanico dedicava a questa tragedia, ritenuta da molti l'esempio più perfetto di teatro che i Greci ci avessero lasciato: la tragedia destava interesse anche per la contrapposizione lacerante istituita tra i diversi personaggi, e in particolare fra la protagonista e Creonte, contrapposizione che favoriva anche letture di ordine extraletterario, come quella proposta da Hegel qualche decennio prima (1807) nella Fenomenologia dello Spirito. Inoltre la tragedia proponeva problematiche quanto mai attuali, che si prestavano a reinterpretazioni lontane da quella sofoclea. Secondo alcuni memorialisti dell'epoca fu lo stesso Tieck a proporre al sovrano di iniziare con l'Antigone, perché questo dramma più di ogni altro pareva confacente alla sensibilità dell'epoca e allo spirito cristiano. L'incarico dato a Mendelssohn di comporre le musiche di scena per la tragedia sofoclea coinvolse e impegnò fortemente il compositore, che si dedicò al progetto con entusiasmo. Mendelssohn si propose inizialmente di comporre brani musicali che riproducessero o quanto meno evocassero nel modo più fedele possibile l'andamento musicale dell'originale. Nessuno meglio di Mendelssohn avrebbe potuto assumersi un compito così impegnativo. Gli sarebbero stati di grande aiuto sia la vicinanza dell'amico e mentore Gustav Droysen (e di altri amici studiosi) sia la solidità della sua preparazione classica. Mendelssohn nella sua adolescenza aveva ricevuto un'educazione di prim'ordine nello studio dei classici greco-latini: ancora sedicenne aveva pubblicato in forma anonima una traduzione metrica dell'Andria di Terenzio (Berlino, 1826), in cui aveva esposto in un'accuratissima e corposa introduzione le sue vedute circa la possibilità di rendere in tedesco la metrica dell'originale rispettando fedelmente la collocazione degli ictus metrici. Coerentemente con questa impostazione, il progetto originario prevedeva una strumentazione che faceva ricorso esclusivamente a strumenti che avessero degli equivalenti nell'antichità greca: flauto (per l'aulo antico), tuba, arpa (in sostituzione della lira). Le parti cantate dovevano essere affidate a un coro maschile che avrebbe dovuto seguire una linea rigorosamente monodica, così da garantire la piena comprensibilità del testo. Tieck dissuase l'amico dal procedere in questo senso, perché era evidente il rischio di produrre un risultato di musica eccessivamente piatta e in sostanza monotona rispetto ai gusti del tempo . Mendelssohn rinunciò dunque al suo proposito
originario e ripiegò
sull'uso dell'orchestra con un organico coerente con gli usi del tempo.
Le parti corali vennero affidate a un coro maschile suddiviso in
due semicori con complessive quattro parti (due parti affidate ai
tenori e due ai bassi): il coro
constava complessivamente di sedici cantori (diversamente dall'uso
dell'epoca di Sofocle, che ne prevedeva quindici) con un capocoro (un
tenore o un basso) cui venivano affidate parti di solista. Nella
realizzazione definitiva le musiche di scena prevedono tre modalità di
esecuzione: le parti liriche, affidate al coro e contrassegnate in
genere da un andamento molto sobrio (spesso il coro canta all'unisono,
e comunque anche nelle parti polifoniche i cantori seguono sempre tutti
insieme lo stesso testo), delle parti di
recitativo corale (più volte con l'esplicita indicazione "senza tempo")
e delle parti di "melodramma" in cui sono gli attori a
recitare sostenuti da
un accompagnamento orchestrale: in qualche frangente è previsto che gli
attori seguano l'andamento delle note, come si osserva dal seguente
passaggio (corrispondente ai vv. 850 ss. dell'originale greco) in cui
le parole di Antigone accompagnate da larghe note
degli archi a un certo punto lasciano il posto a una recitazione
ritmica ("mit den Noten gesprochen") che segue le note di
flauti e
clarinetti. In sostanza l'Antigone consta di una Introduzione orchestrale e di sette brani, che coprono tutte le parti liriche (parodo, stasimi e commi) dell'originale greco,
Lo schema seguente illustra sinteticamente le caratteristiche essenziali dei brani e la corrispondenza col testo greco..
NB. Organico orchestrale: T = Tutti: L = Legni (2 fl., 2 ob., 2 cl., 2 fg.), O = Ottoni (2 cr., 2 tr., 3 trbn. [alto. tenore. basso]), A = archi (I e II vl., vle., vlc., cb.), timpani, arpa. Nell'indicazione della tonalità, M = maggiore, m = minore Lir. = brani cantati dal coro; R. = Recitativo; M. = Melodramma I numeri indicano la numerazione dei versi secondo l'originale greco; la trad. di Donner non segue la numerazione dell'originale nelle parti corali e consta di vv. 1328 a fronte dei 1353 dell'originale.
Riportiamo qui alcune riflessioni su qualche tratto saliente della composizione. Nella parodo (N° 1) la solenne invocazione
iniziale
del coro al sole,
intonata
dal primo coro, è sostenuta dai legni (meno i flauti) e dagli ottoni Nel primo stasimo l'esaltazione dell'uomo è
trattata
con grande
discrezione: Mendelssohn ha voluto dare al brano un carattere di
"serena riflessione" (così esplicitamente afferma in una lettera). Sia
il carattere semplice, quasi popolare, del motivo iniziale intonato dal
coro costantemente all'unisono o per terze, sia l'uso di un insieme
strumentale ridotto rispetto ai brani precedenti (oboi, fagotti, corni
e archi) lasciano
chiaramente intendere questa intenzione Nel quarto stasimo (l'inno a Eros) prevale un
andamento solenne, da
canto religioso. Dopo una brevissima introduzione affidata a ottoni e
timpani il coro canta senza accompagnamento di strumenti: il timpano e
sporadicamente altri strumenti intervengono qua e là per sottolineare
i momenti salienti o la conclusione delle singole frasi. Il carattere
polifonico del brano accentua la sensazione di musica
sacra L'ultimo brano, che si apre con un "melodramma"
intenso e doloroso, si
chiude con una pagina di intensa drammaticità, che ricorda sia nel
ritmo
(6/8) sia nella tonalità (do minore) la seconda parte dell'Introduzione
Alcuni critici moderni hanno notato la cura con
cui
Mendelssohn ha
cercato di restituire musicalmente l'alternanza tra lunghe e brevi del
testo greco. Naturalmente un'impresa del genere non poteva essere
portata a termine in maniera completa e assoluta, anche perché il
musicista era comunque condizionato dalla traduzione di Donner. Il suo
tentativo di ricreare soprattutto i ritmi dell'anapesto, sia pure in
modo non scolastico o schematico, sono stati rilevati con interesse:
valga il seguente esempio, tratto dal recitativo posto alla fine del N°
2, e riferito al momento in cui il Coro annuncia l'arrivo in scena di
Antigone, sorpresa dalla guardia nel suo tentativo di dare sepoltura al
fratello (vv. 376 ss.) La prima rappresentazione dell'Antigone fu accompagnata da un grandissimo successo di pubblico e di critica. Non mancarono approvazioni ed elogi (tra i pochi detrattori ne ricordiamo uno fra tutti, Wagner): la rappresentazione fu ripresa in molte città tedesche e poi, nel giro di pochi anni e con l'ausilio di traduzioni e adattamenti in francese e inglese, fu ripresa a Parigi, al Covent Garden di Londra e infine a New York. In conclusione e in estrema sintesi, l'Antigone di Mendelssohn è una composizione pregevole: si tratta di musica di altissima fattura, anche se successivamente è stata un po' dimenticata, al punto che vari repertori di storia della musica nemmeno la ricordano fra le opere più significative di Mendelssohn. Si potrebbe discutere se il musicista abbia veramente realizzato il suo proposito iniziale di evocare fedelmente la musica drammatica della Grecia antica: in questa musica di alta qualità si fatica a riconoscere gli echi della tragedia greca, e si percepisce assai di più il tono di un'opera o di un singspiel dell'Ottocento romantico tedesco.
Bibliografia essenziale. J. Geary, Reiventing the Past: Mendelssohn's Antigone and the Creation of an Ancient Greek Musical Language,, in The Journal of Musicology, vol. 23 (2006), pp. 187-226. P. Steinberg, The Incidental Politics to Mendelssohns' Antigone, in R. Larry Todd (ed.), Mendelssohn and His World, Princeton 1991, pp. 137-157. Numerose notizie (in tedesco) e immagini, nonché la possibilità di ascoltare per intero il N° 1 (Coro della parodo) nel seg. sito: http://www.rundfunkschaetze.de/mdr-klassik/02-antigone All'interno del sito si troverà anche il "libretto": http://www.rundfunkschaetze.de/wp-content/uploads/2014/04/Libretto-Antigone.pdf
Per un profilo generale sulle interpretazioni della figura di Antigone e del dramma sofocleo attraverso i secoli si veda la pagina del sito http://www.rivistazetesis.it/Antigone.htm
La traduzione di Donner può essere letta nel sito della Bayerische Staatsbibliothek: http://reader.digitale-sammlungen.de/de/fs1/object/display/bsb10234098_00007.html
Partitura originale e riduzione canto-piano dell'intera opera possono essere reperite nel sito IMLSP Petrucci Music Library: http://imslp.org/wiki/Antigone,_Op.55_(Mendelssohn,_Felix)
Un filmato (molto breve) del Coro finale può
essere
reperito sul sito
di youtube: NB. Gli esempi musicali a cui si fa riferimento sono tratti dal CD Mendelssohn, Antigone, Schauspielmusik . Incidental Music, Capriccio 10392, prodotto da Capriccio Digital, Wien. (Direttore Stefan Soltesz, Berliner Rundfunkchor, Bass Rene Pape) La brevità delle citazioni, il loro carattere puramente illustrativo, l'inserimento in un sito privo di finalità commerciale, la bassa qualità delle citazioni fanno ritenere che la citazione non produca violazione dei legittimi diritti del produttore. Rimaniamo comunque a disposizione degli aventi diritto.
|
Per tornare alla home |
Per contattare la Redazione |