“NIENTE DI CIÒ CHE È UMANO MI È
ESTRANEO” (Terenzio).
Testi pagani
e cristiani sul rapporto con l’altro
Venerdì 19 agosto 2016 19.00 Sala Poste Italiane
A4
Reading a cura di Zetesis.
Partecipano: Moreno Morani,
Professore di Glottologia all’Università degli Studi di Genova
Giulia Regoliosi, Direttore Responsabile di Zetesis.
Preparazione dei lettori a cura di Adriana Bagnoli, Regista e
attrice.
Il comunicato stampa del Meeting
Il 19 agosto alle
19.00, in sala Poste Italiane A4, si è svolto il reading a cura di
Zetesis. Partecipano: Moreno Morani, docente di glottologia
all’Università di Genova, Giulia Regoliosi, direttore responsabile di
Zetesis. La preparazione dei lettori è a cura di Adriana Bagnoli,
regista e attrice.
È Morani a introdurre l’incontro, citando il
tema del Meeting 2016 “Tu sei un bene per me”. Il docente parte dalla
descrizione del civis romanus dell’età repubblicana, che aveva l’impegno
morale di aprirsi all’altro, in particolare al bisognoso.
Nell’antichità, l’ospitalità era un dovere sacro: l’hospes era lo
straniero con pienezza di diritti. Subito dopo interviene Giulia
Regoliosi che legge un passo dell’Odissea, incentrato sulla descrizione
di Ulisse, ospite straniero sull’isola dei Feaci dove incontra Nausicaa.
A questo punto entrano in scena quattro giovani attori che recitano i
versi introdotti dalla relatrice. Quest’ultima legge un altro brano,
questa volta di Eschilo, sull’accoglienza ad Argo degli stranieri,
chiamati dai cittadini “sudici” in senso dispregiativo. Anche se il
popolo dei Pelasgi non li accoglie, Zeus, detentore dell’ultima parola,
li protegge.
Le letture proseguono con brani della
tragedia di Sofocle “L’Edipo a Colono”: Edipo, figlio di Laio, è
trattato come essere indegno e allontanato da Tebe, ma appellandosi alla
tradizione di “accoglienza” della città, suscita negli dei un
atteggiamento di benevolenza nei suoi confronti. Morani riprende la
parola e legge un testo latino di Plauto dalla commedia “Il Cartaginese”,
inizialmente rappresentato in negativo con luoghi comuni sugli
stranieri, ma successivamente descritto come rispettoso delle altrui
tradizioni.
Di nuovo interviene la Regoliosi leggendo un
brano di Terenzio e citando la famosa frase che dà il titolo
all’incontro: “niente di ciò che è umano mi è estraneo”, in cui l’autore
esprime tutto il suo profondo interesse per l’umanità. “La chiusura nei
confronti dell’altro - ha rimarcato la docente – ha come contrappeso la
solitudine” e come afferma Cnemone, in un brano di Menandro, “non ha
senso una vita chiusi in se stessi”.
Dai testi greci si passa nuovamente ai
latini: quella dei romani è stata una storia di integrazione e di
accoglienza dei profughi, basata su una cultura multietnica, come emerge
da un passo di Tacito, letto da Morani: il famoso “discorso di Claudio”.
Infine si giunge a parlare dell’avvento del
Cristianesimo, non privo di difficoltà. A tal proposito la Regoliosi
legge un brano, tratto dagli Atti degli Apostoli, sulla condotta dei
primi cristiani e in particolare sul comportamento inizialmente ostile
dell’apostolo Pietro nei confronti dei pagani, trasformato poi in
atteggiamento di accoglienza degli stessi, perché si convertano anche
loro “ed abbiano così la vita”. Il Vangelo esalta il valore della
solidarietà e il cristiano è chiamato ad aprirsi all’altro. Come ricorda
anche papa Francesco, nell’ultimo brano, letto da Morani, che utilizza
le parole di un Angelus del 2015: “Cercate la salvezza e l’incontro con
Dio. Noi abbiamo fame di vita e di eternità e l’eternità, ci ricorda
Gesù, sta nell’incontro con lui. Annunciando il Vangelo, diamo
testimonianza della sua presenza in mezzo a noi”.
Il
pdf del comunicato (dal sito del Meeting)
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