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G.Sand, La petit Fadette, préface (conclusione)

 

Le allusioni dirette alle infelicità presenti, il richiamo alle passioni che fermentano, non sono certo queste le vie della salute: è meglio una dolce canzone, un suono di zampogna rustica, un racconto per fare addormentare i bambini piccoli senza timore e senza sofferenza, che non lo spettacolo dei mali reali rafforzati e rabbuiati ancora di più dai colori della finzione.

Predicare l'unione quando ci si sgozza è gridare nel deserto. Ci sono tempi in cui le anime sono così agitate da essere sorde a qualsiasi esortazione diretta. Dopo quelle giornate di giugno (1848) di cui gli avvenimenti attuali sono l'inevitabile conseguenza, l'autore del racconto che state per leggere si è imposto il compito di essere amabile, dovesse pure morirne di commozione. Ha lasciato che si motteggiassero le sue pastorellerie, come aveva lasciato motteggiare tutto il resto, senza inquietarsi delle soste di certa critica. Sa di aver fatto piacere a quelli che amano questa caratteristica, e che fare piacere a quelli che soffrono del suo stesso male, cioè l'orrore per l'odio e le vendette, significa fare loro tutto il bene che possono accettare: bene fugace, sollievo passeggero, è vero, ma più reale di una declamazione appassionata, e più attraente di una dimostrazione classica.

 

Testo francese:

Les allusions directes aux malheurs présents, l’appel aux passions qui fermentent, ce n’est point là le chemin du salut: mieux vaut une douce chanson, un son du pipeau rustique, un conte pour endormir les petits enfants sans frayeur et sans souffrance, que le spectacle des maux réels renforcés et rembrunis encore par les couleurs de la fiction.

Prêcher l’union quand on s’egorge, c’est crier dans le désert. Il est des temps, où les âmes sont si agitées qu’elles sont sourdes à toute exhortation directe. Depuis ces journées de juin (scil. 1848) dont les événements actuels sont l’inévitable conséquence, l’auteur du conte qu’on va lire s’est inposé la tâche d’etre aimable, dut’il en mourir de chagrin. Il a laissé railler ses bergeries, comme il avait laissé railler tout le reste, sans s’inquieter des arrêts de certaine critique. Il sait qu’il a fait plaisir à ceux qui aiment cette note-là, et que faire plaisir à ceux qui souffrent du même mal que lui, à savoir l’horreur de la haine e des vengeances, c’est leur faire tout le bien qu’ils peuvent accepter: bien fugitif, soulagement passager, il est vrai, mais plus réel qu’une déclamation passionée, et plus saisissant qu’une démonstration classique.

 

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