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ALCUINUS EBORACENSIS

Versus de cuculo, vv. 11-24

D. Omne genus hominum cuculum conplangat ubique,

Perditus est, cuculus, heu, perit ecce meus.

 

M. Non pereat cuculus, veniet sub tempore veris,

Et nobis veniens carmina laeta ciet.

 

D. Quis scit, si veniat; timeo, est summersus in undis, V

vorticibus raptus atque necatus aquis.

 

M. Heu mihi, si cuculum Bachus dimersit in undis,

Qui rapiet iuvenes vortice pestifero.

 

D. Si vivat, redeat, nidosque recurrat ad almos,

Nec corvus cuculum dissecet ungue fero.

 

M. Heu quis te, cuculus, nido rapit ecce paterno?

Heu rapuit, rapuit, nescio si venias.

 

D. Carmina si curas, cuculus, citus ecce venito,

Ecce venito, precor, ecce venito citus.

 

D. Tutta la stirpe umana ovunque compiange il cuculo: è perduto, ohimè, ecco il mio cuculo è morto.

M. Che possa non morire il cuculo: verrà alla stagione della primavera, e venendo ci canterà carmi gioiosi.

D. Chi sa se verrà? è sommerso, io temo, nelle onde, rapito dai gorghi e ucciso dalle acque.

M. Ahimè se Bacco ha affogato il cuculo nelle onde, lui che rapisce i giovinetti in vortici pestilenziali.

D. Se è vivo, possa tornare, e rientri di corsa nei nidi che lo nutrono, e che il corvo non strazi con l'unghia feroce il cuculo.

M. Ahimè, chi, o cuculo, ti rapisce, ecco, dal nido paterno? Oh sì, ti ha rapito, ti ha rapito, e non so se tornerai.

D. Se ti sta a cuore la poesia, o cuculo, vieni, su, veloce, su vieni, te ne prego, su, vieni veloce.

 

Conflictus veris et hiemis, vv. 1-15.

 

Conveniunt subito cuncti de montibus alti

pastores pecudum vernali luce sub umbra

arborea, pariter laetas celebrare Camenas.

Adfuit et iuvenis Daphnis seniorque Palaemon:

Ver quoque florigero succinctus stemmate venit,

Frigida venit Hiems, rigidis hirsuta capillis.

His certamen erat cuculi de carmine grande.

Ver prior adlusit ternos modulamine versus:

 

VER

Opto meus veniat cuculus, carissimus ales.

Omnibus iste solet fieri gratissimus hospes

In tectis modulans rutilo bona carmina rostro".

 

HlEMS

Tum glacialis Hiems respondit voce severa:

"Non veniat cuculus, nigris sed dormiat antris.

Iste famem secum semper portare suescit".

 

Si radunano tutti dagli alti monti i pastori di armenti all'ombra degli alberi nel chiarore primaverile, per celebrare insieme le Muse. Era presente anche il giovane Dafni e il più anziano Palemone. Venne anche la Primavera cinta di una corona, venne il freddo Inverno, irsuto coi suoi ispidi capelli. Questi iniziarono una tenzone grande sul cuculo. Primavera per prima iniziò a poetare modulando tre versi.

Pr.: Desidero che torni il mio cuculo, carissimo volatile. A tutti questo suole essere l'ospite più gradito modulando col suo rosso becco belle canzoni sui tetti.

Inv.: Allora Inverno ghiacciato rispose con voce severa: "Che non torni il cuculo, ma dorma negli antri bui. Lui porta sempre con sé la fame".

 

 

Nell'immagine: H. Avercamp (1585-1634), Paesaggio invernale, olio su tela, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

 

 

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